Il logo è un elemento essenziale per un brand, è quel segno distintivo visivo che lo rende unico e inconfondibile. Proprio per questo quando un brand decide di fare un restyling del proprio logo ci si aspetta qualcosa di innovativo e significativo, insomma un effetto wow.
Se possibile lo stesso discorso vale ancora di più per le squadre di calcio: il logo non solo è il simbolo visivo del brand, ma per i tifosi – che ne fanno emblema della propria fede sportiva – è oggetto a tutti gli effetti di culto.
La differenza sta nei dettagli, anzi, nei colori!
Negli scorsi mesi la corazzata Bayern Monaco ha aggiornato il proprio logo e la notizia è che a primo sguardo in molti non hanno notato alcuna differenza! Infatti il cambiamento è stato così impercettibile che molti tifosi non se ne sono neanche accorti. Ma dietro questa modifica minima c’è una ragione precisa: l’adeguamento alle normative di accessibilità previste dal Barrierefreiheitsstärkungsgesetz, la legge tedesca che entrerà in vigore dal 28 giugno 2025. Il club quindi ha scelto di rendere i colori più leggibili per garantire un migliore contrasto e facilitare la visione per chi ha disabilità visive.

Storie di calcio e di simboli
Questa storia è in realtà un’eccezione, visto che spesso i restyling dei loghi di club calcistici hanno suscitato reazioni molto più sentite, sia in positivo che in negativo. I tifosi del Manchester City (2016) hanno apprezzato il ritorno al logo circolare storico, con un look più pulito e riconoscibile, così come quelli dell’Arsenal (2002), grazie alla semplificazione grafica che ha mantenuto l’identità storica con il cannone come simbolo centrale. Diversamente (molto diversamente!) è andata, sempre in Inghilterra nel 2018, quando i supporters del Leeds United, noti per essere particolarmente vivaci, diedero vita ad una massiccia protesta, tanto che il nuovo logo (a dire il vero anche particolarmente brutto) venne ritirato in meno di 24 ore.
Logo, brand e mercati
Le squadre di calcio per molti aspetti stanno diventando delle vere e proprie aziende, per le quali il valore del logo va oltre il posizionamento su divise da gioco, sciarpe e riviste sportive. Il valore del brand di un club si misura sempre di più in numerose sfaccettature della comunicazione aziendale, partendo dai social ed arrivando ad un merchandising ormai globale.
Anche le aziende affrontano lo stesso dilemma. Un logo datato può risultare poco efficace sui nuovi media, ma un cambiamento troppo drastico può alienare i clienti storici. Se poi parliamo di un’azienda di dimensioni più piccole non si possono neppure ignorare i costi connessi all’adeguamento dei materiali al nuovo branding.
Cambiare o non cambiare?
Il restyling del logo è in parte un rischio, ma in molte occasioni è un’opportunità. Bisogna trovare un equilibrio tra innovazione e rispetto della storia del brand.
Nel calcio, come nel business, il logo è un elemento identitario che va gestito con cura, ma infondo meglio un nuovo logo che avrà bisogno di un po’ di tempo per farsi apprezzare che un logo non solo vecchio, ma soprattutto brutto!